Recensioni su Aurora Mazzoldi

Recensioni su Aurora Mazzoldi

Aurora Mazzoldi secondo il libro “tiltestetica”

Triennale di Roma 2014

Il prof Daniele Radini Tedeschi, direttore della Triennale, con Aurora Mazzoldi, davanti al quadro di quest'ultima "italia cerca lavoro"
Il prof Daniele Radini Tedeschi, direttore della Triennale, con Aurora Mazzoldi, davanti al quadro di quest’ultima “italia cerca lavoro”

“Aurora Mazzoldi nasce ad Arco di Trento e, dopo aver girato l’Europa (Parigi, Vienna, Londra) tornerà a vivere e a lavorare in provincia di Trento. La sua pittura è simbolica, esoterica, romantica; le sue opere raccontano una storia, quella della realtà interiore, del volto dietro la maschera, degli atteggiamenti esistenziali. Narrazioni tra persone, o tra persone ed oggetti, con un’attenzione e direi più una ricerca, verso i piani più profondi dell’inconscio, verso l’introspezione. E’ un’artista in cerca della verità, che a suo modo di vedere, non è certo quella delle apparenze.

Fra le mostre più importanti cui ha partecipato si annoverano per l’estero quelle presso l’Agora Gallery di New York (2007 e 2008) e presso il Museo of the Americas di Miami (2008); in Italia le diverse esposizioni in sedi museali organizzate dalla Rosa dei Venti. Abbiamo detto che l’arte di Aurora Mazzoldi è un’arte introspettiva, lei stessa la definisce arte per i curiosi della psiche. Un’arte che propone un messaggio interiore più profondo, capace di entrare in contatto direttamente con certi aspetti della psicologia.

La materia di cui si compone l’opera prende forma direttamente da una ricerca interna all’artista, esteriorizzata sulla tela, come se ogni volta raccontasse una storia, con dei particolari simbolici che svelano una realtà solitamente nascosta.

Ella rappresenta, lo dice espressamente, giochi psicologici, atteggiamenti, ruoli, meccanismi che agiscono in ognuno di noi, rivelando come ciascuno ha organizzato il proprio vivere, come ognuno ha scelto (ed è questa la parola chiave) di essere.

Per capire le opere di Aurora Mazzoldi bisogna leggere attentamente i titoli, che rappresentano il messaggio arcano. Nulla è lasciato al caso: per ogni dettaglio, per ogni colore, per ogni simbolo c’è una spiegazione.

L’arte introspettiva non si ferma alle emozioni più superficiali, per Aurora Mazzoldi ogni situazione che ci troviamo a vivere è o sarà la conseguenza delle nostre scelte, poco spazio viene lasciato al caso, al destino.

L’arte introspettiva lancia un monito, quello dello stare attenti o almeno di riflettere su come oggi si sta agendo, e ne mostra a volte le conseguenze, i danni a cui può portare un amore possessivo, che arriva a castrare l’oggetto del proprio possesso, oppure un atteggiamento oppressivo.

L’arte introspettiva è anche una scuola di pensiero, una filosofia di vita e un insegnamento per quanti hanno la mente aperta a coglierla: quella del riflettere sul proprio agire, perché per la nostra artista cambiare si può e solo noi possiamo farlo.

"Streghe" -Quadro acrilico di Aurora Mazzoldi - un esempio di personalità diverse
“Streghe” -Quadro acrilico di Aurora Mazzoldi

Alcune opere sono più figurative, come per esempio “Streghe”, nel quale vengono rappresentate le tipologie di donne che hanno chiuso il proprio cuore al mentale, altri quadri sono più simbolici, come “La

Aurora Mazzoldi - La Camera degli Specchi - Contiene molti simboli interiori
Aurora Mazzoldi – La Camera degli Specchi

Camera degli Specchi” che raffigura stati interiori in movimento.

Il mezzo tecnico che meglio si presta alla rappresentazione di queste interazioni mentali è l’acrilico, che, più romanticamente, riesce a svelare ciò che si cela sotto la superficie. La Mazzoldi considera l’acrilico come un mezzo moderno, che le permette di imitare sia le sfumature dell’acquerello, sia la forza d’impatto della pittura ad olio.

La ricerca della parte più interna e nascosta dell’uomo è ciò che dà alle sue opere quel carattere magico ed esoterico.

Si è cercato più volte di “definire ” Aurora Mazzoldi, di darle un’etichetta, i più, soprattutto a New York, l’hanno vista come una romantica dei nostri giorni. La sua è tuttavia anche un’arte di vibrazioni, espressiva, audace nella scelta cromatica, ma soprattutto nella scelta dei temi. La sua arte è indagine, quasi una missione di vita, quella di testare la forza della volontà umana, capace di cambiare non solo il proprio destino, ma anche quello degli altri.

Aurora Mazzoldi preferisce far arte partendo da ciò che accade dentro piuttosto che soffermarsi su tutto quello che avviene fuori da sé e dall’uomo in generale.

L’arte introspettiva sarà quindi fondata su un lungo procedimento, che si genera non solo dall’atto creativo e artistico nel senso stretto del termine, ma anche da tutta la fase precedente, basata sulla riflessione di sé. Procedura, dunque, lunga e complessa, fatta di pause e ripartenze, di cui la fissazione sulla tela rappresenta solo l’ultimo stadio. Anche l’osservatore fa la sua parte, egli dovrà svolgere l’attività di comprensione e semmai di re-interiorizzazione del messaggio contenuto; è una sorta di Ringkomposition in cui si parte dall’interno per tornare, alla fine del percorso, di nuovo lì.

Il romanticismo di cui la nostra artista è portatrice è una conseguenza di tutto questo, rappresenta un modo di sentire la vita, basato sulla ricerca di poesia, con anima romantica ella riesce ad “ammorbidire” anche gli aspetti più tetri e bui presenti in ognuno di noi.

Mazzoldi non nega questa parte, anzi la esalta, sfumandola in forme più dolci di quelle che nell’inconscio ci apparirebbero. Non compaiono, infatti, mai figure rigide, aspre o angolose.

La sua è una pittura di luce, quasi irreale, o meglio, surreale. Atmosfere così avvolgenti rapiscono le figure, e, quest’ultime, appaiono immerse in una foschia perenne. Le emozioni che l’artista vuole far trasparire sono personificate da immagini cariche di colore, che risaltano da un fondo più evanescente. Questa luce, quasi aurorale e mistica, che colpisce i suoi soggetti, sembra quasi la luce della redenzione che colpisce il peccatore pentito permettendo ad esso di ripartire dalla riflessione sul proprio essere.

Le opere dell’artista raffigurano quindi posizioni e situazioni campione che spesso ognuno si trova a vivere; con una sorta di vaticinio la Mazzoldi amplifica e disvela le drammatiche conseguenze al fine di non incorrere nell’errore, di non indugiare nello sbaglio.

Vizi e difetti dell’uomo in reciproca relazionalità emergono dalle tele, dalle espressioni dei soggetti, dai loro ghigni o dal loro dolore, dalle sfumature, dalla resa cromatica. L’arte della Mazzoldi si pone come scandaglio alla coscienza umana dando nuova linfa a quel filone di Psicologia Introspettiva in auge nel ‘900. Ora, grazie alla lettura psicologica delle opere che applica la dott.ssa Antonella Giannini, la valenza di ogni quadro della Mazzoldi amplifica la propria gittata.

Unica opera apparentemente diversa dalla produzione dell’artista è il collage in mostra all’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma 2014 dal titolo “Italia cerca lavoro”. Come si nota la tela è ricoperta da numerosi bigliettini dal colore fluorescente assurgendo a grande bacheca sita in un Museo piuttosto che lungo un corridoio di un Ufficio di Collocamento!

Annunci il cui tema portante è la dilagante crisi economica che genera una richiesta di lavoro in ogni campo occupazionale. Anche attraverso tale opera, sicuramente dal contenuto più palese che sottinteso, l’artista si pone portavoce di un’inquietudine non solo personale ma piuttosto universale.

Sarebbe curioso immaginare come l’artista trasponesse tale stato d’animo nell’ambito di un dipinto figurativo in cui l’interazione tra “due fondamentali” fosse reso nel rapporto tra datore di lavoro e dipendente licenziato. Ne verrebbero fuori due “posizioni esistenziali” estremamente contrastanti in un’opera che ben si adatterebbe ad impreziosire l’ufficio di un ingiusto imprenditore.

Palese è, nella ricerca dell’artista, il richiamo alle teorie di analisi transazionale che fanno capo ad Eric Leonard Bernstein in cui il fine del suo pensiero è far sì che le emozioni, spesso nocive per i rapporti, possano al contrario essere gestite nel corretto modo per migliorare il rapporto con l’alterità.

Opere, quelle della Nostra, originali se consideriamo tutto il pensiero che le pervade e il fine precipuo dell’artista che, anziché soddisfare una passione o una inclinazione, pone generosamente se stessa al servizio della collettività.”

Esposizione Triennale di  Roma 2014 – tiltestetica a cura del Prof. Daniele Radini Tedeschi pagg. 316-318 (Federica Peligra “Gli artisti del nostro tempo”) – Editoriale Giorgio Mondadori
 

Ricognizioni poetiche – Paolo Levi

Aurora Mazzoldi è prima di tutto artista assai abile nella stesura del colore, con una manualità ben calibrata nel disegno e nell’impaginato. Con garbo conduce per mano l’osservatore in un mondo di emozioni sottili, evocate da figure su cui lo sguardo si sofferma preso da incantamento. L’aura romantica che avvolge le sue composizioni è portatrice di un messaggio amoroso nei confronti della vita, tramite una figurazione dove la bellezza sconfigge l’ombrosità della malinconia, che pure appare sottesa nell’intensità espressiva delle sue creature, o esplicitata in apparizioni fantasmatiche, che rimandano a inquiete riflessioni sul male di vivere.

Fedele all’ideale artistico della riconoscibilità dei contenuti, la pittrice opera sulla base di un intendimento poetico, proiettando nel suo lavoro una verità senza infingimenti, e soggettivamente percepita come una illuminazione interiore. Con perfetta padronanza della tavolozza, Aurora Mazzoldi agisce con un tratto pittorico sempre e solo rivolto all’enunciazione di valori etici ed estetici fuori dal tempo e dalla storia, dei quali credevamo si fosse persa la traccia, assieme alla bella pittura di tradizione. Attenendosi strettamente alla figura, l’autrice si protende ad ascoltare le armonie segrete che appartengono a un universo tutto al femminile, per trasferirle nei corpi, nei visi e negli sguardi.

In queste sue poetiche ricognizioni appare un repertorio di situazioni esistenziali, a volte lievi e gioiose, a volte drammatiche, ma sempre annunciate da un disegno sapiente, e da una composizione cromatica fatta di passaggi virtuosi e di abili calibrature fra toni e contro toni. Queste narrazioni visive sono dense di significati, in quanto costruite per esplorare l’interiorità delle loro protagoniste, non a caso impaginate in chiave simbolista su sfondi non definiti, quasi a sottolinearne l’emblematicità, al di fuori delle contingenze quotidiane.

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