Warning: Trying to access array offset on value of type bool in /home/customer/www/osservatoriointeriore.com/public_html/wp-content/plugins/cookie-policy-generator/cookie-policy-generator.php on line 33
Ansia-terapia. 2 diversi punti di vista

Ansia-Terapia

Ansia-terapia: confronto tra il libro “Sette mosse per liberarsi dall’ansia” e la Ricerca Introspettiva

D: Ansia-terapia che cos’è? È possibile liberarsi dall’ansia? E se sì, come?

La strategia di Robert Leahy per liberarsi dall’ansia:

  1. Stabilire quando serve preoccuparsi e quando no
  2. Accettare la realtà ed impegnarsi al cambiamento
  3. Mettere in discussione il modo di pensare dominato dal rimuginare
  4. Concentrarsi sulla minaccia più profonda
  5. Trasformare il fallimento in opportunità
  6. Usare le emozioni invece di preoccuparsene
  7. Assumere il controllo sul tempo

L’autore parla della CAPACITA’ DI FARE QUELLO CHE NON SI VUOLE

Solitamente i soggetti che soffrono di ansia ed hanno la tendenza a preoccuparsi di tutto, tendono anche ad evitare di fare e di pensare a molte cose, Leahy dice che evitare di provare disagio è sbagliato

Per superare l’ansia, Lehay suggerisce di superare il rifiuto del disagio, la frustrazione e la “scomodità psicologica”, tollerare questa sensazione con la consapevolezza che tale fase del percorso è utile per raggiungere i migliori risultati.

Variazione del quadro acrilico Depressione di Aurora Mazzoldi per la pagina di Ansia-Terapia (come liberarsi dall'ansia)
Variazione dal quadro acrilico “Depressione” di Aurora Mazzoldi

Propone di compilare un “Diario del disagio”, in cui le voci previste sono:

  • Attività sgradite ma utili
  • Quando sono state svolte, e grado di disagio effettivo (da 0 a 100%)
  • Come ci si sente dopo
  • Quale è stato il risultato

Ansia: il punto di vista introspettivo

Concordo sul fatto che, per liberarsi dall’ansia, sia opportuno superare il rifiuto del disagio e che uno dei modi per superarlo sia quello di accettarlo. Da un punto di vista della Psicologia Introspettiva però, sarebbe auspicabile domandarsi prima a che cosa servano le attività sgradite. P. es:

– Sono un prezzo da pagare per perseguire i nostri veri obiettivi (il nostro sogno)?

– O sono piuttosto attività per rinforzare un nostro personaggio che le può usare per procurarci sofferenza, in modo da poter poi incolpare persone o situazioni?

Dobbiamo stare attenti che tutte queste “mosse” (di reazione ansiosa) non contribuiscano a rinforzare un percorso di sacrificio. In una prospettiva reale, questo ci condurrebbe inevitabilmente nell’arena del subire con tutto ciò che ne consegue. Fra cui, un probabile aumento dell’ansia.

Vittima o protagonista?

Quando si parla di sacrificarsi in nome di qualcosa o qualcuno si tende spesso a scivolare in ruoli vittimistici. Quando invece si entra nella prospettiva di responsabilizzarsi per raggiungere i propri obiettivi si agisce da protagonisti.

Il protagonista si muove, pensa e prova in base a delle scelte precise, mai subite ma sempre agite, percorre una strada di Realtà e percepisce i messaggi interiori senza interpretazioni dettate dalle sub-personalità in cui potrebbe identificarsi in quel momento; sceglie il piacere come massima espressione dell’Energia Universale che ci ha generato, accoglie le situazioni difficili non con ansia e timore, ma come diretta conseguenza delle proprie azioni e si spende per modificare le cose partendo da sé stesso e dal proprio mondo interno, uscendo dai giochi di potere e perseguendo i suoi obiettivi interiori.

Utilizzando la terminologia di Leahy, potrei dire che in un’ottica Introspettiva una delle prime mosse utili per l’ansia e per alleggerire questi giochi è la CAPACITA’ DI FARE QUELLO CHE SI VUOLE

Antonella Giannini