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Percorso introspettivo. Un percorso per trovare noi stessi

06 Percorso di crescita: la domanda giusta

Quando iniziamo un percorso per trovare noi stessi abbiamo bisogno di avere dei riferimenti. In questa sezione troveremo le esperienze di vario tipo vissute sulla propria pelle da alcuni ricercatori introspettivi.

Un esempio di cosa può succedere in un percorso introspettivo è riportato da una ricercatrice che si è trovata in un’esperienza di tilt (caos emotivo).

L‘inizio del percorso introspettivo (Marcella)

Aurora Mazzoldi - Attori -Lauren - acrilico su tela
Aurora Mazzoldi – Attori -Lauren – acrilico su tela

Introspezione: una parola apparentemente così elaborata, che ho inserito nella mia vita circa cinque anni fa.

Ci sono arrivata in un momento “difficile”, uno di quei momenti in cui due sono le strade possibili:

Naturalmente prima di scegliere la seconda opzione mi sono trovata a “sguazzare” impunemente nella prima, traendone un grande piacere e un’apparente ed effimera consolazione.

Poi però, come forse, sarà successo a molti altri come me, avendo soddisfatto il mio bisogno di lamento fine a sé stesso…ho potuto uscirne. Da lì si è aperto un mondo che ancora oggi sto proseguendo a conoscere.

Una ricerca interiore talvolta dolorosa, ma bellissima (Gabriella)

Avvicinarmi alla ricerca introspettiva è stato molto interessante per me.

Mi ha colpito molto l’energia positiva che si genera lavorando interiormente, imparando a conoscere meglio i nostri meccanismi di funzionamento.
Un’esperienza nuova per me quella dell’arte introspettiva, uno strumento di lavoro molto efficace, una ricerca talvolta dolorosa ma bellissima e profonda.
Si impara molto provando a entrare dentro di sé
Grazie!

I quadri introspettivi sono quadri che aiutano a ritrovare noi stessi

L’ansia è un segnale per guardare dentro di me (Raffaele)

il mio inizio è stato un po’ come quello di Marcella. Anche se il territorio che ho scelto di visitare più approfonditamente è senz’altro quello dei blocchi e delle resistenze. Tanto che solo “grazie” a un invalidante disturbo d’ansia, sono riuscito finalmente a uscire un po’ da quel meccanismo, e iniziare a vedere le cose in modo realistico.

All’inizio ho sperato esistesse una “pillolina magica” che riempisse quella sensazione di malessere che talvolta mi sommergeva, facendomi sprofondare nell’ansia.  E di pilloline magiche (corsi di vario genere, libri, rimedi naturali e omeopatici, yoga, meditazione) ne ho provate veramente tante…ma niente… Non ne uscivo.

Ancora adesso a distanza di tempo, ho imparato ad ascoltare in modo diverso quello che si muove dentro di me, e perfino l’ansia mi è diventata simpatica… una frase che fino a due anni fa… mai mi sarei sognato neppure di pensare… men che meno di dirla…oggi lo faccio in modo consapevole, perché ho sperimentato che era semplicemente un segnale per attirare la mia attenzione su qualcosa che andava visto DENTRO DI ME.

Ho iniziato e piano piano, le cose…sono andate sempre più ad alleggerirsi.

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