Pensieri ed Emozioni

Un turbine di pensieri ed emozioni (Alice in wonderland)

Spesso i pensieri e le emozioni si sovrappongono. Non riesco allora a capire fino in fondo quanto e cosa si muove dentro di me.

OSSERVATORIO INTERIORE L'ascolto del nostro mondo interiore

Spesso non capisco se gli argomenti che acquisisco durante il lavoro di ricerca introspettiva, riesco poi ad agganciarli correttamente ai fatti della mia vita.

D’altra parte, ormai quotidianamente, mi trovo ad osservare e analizzare le mie situazioni di vita dal punto di vista introspettivo, non so se associo le cose giuste che ho imparato, ma vedo con piacere che è diventato una sorta di “meccanismo” anche questo. …e questo è senz’altro un meccanismo SANO.

Per ora riesco nella maggior parte dei casi ad osservare per un attimo la situazione per poi ricaderci identificata e andare avanti nel mio gioco.

Solo alcune volte e solo dopo un po’ di tempo, riesco a rivivere un po’ più “distaccatamente” la situazione e analizzarla dal punto di vista introspettivo un filino più accuratamente.

Oggi osservando una tela, ho cercato di sentire. E si sono create delle correlazioni con il mio attuale momento di vita.
Correlazioni che vorrei condividere con altri ricercatori

 

Il potere del NO

Aurora Mazzoldi - Il Potere del No - per la pagina su pensieri ed emozioni.
Aurora Mazzoldi – Il Potere del No – acrilico su tela (cm. 60 x 80)

Fin da subito quando ho visto il quadro de “Il potere del NO” cercando di dare un nome al quadro ho subito pensato a quanto sono aggrappata, agganciata ma di più… direi inglobata, nelle mie convinzioni.

Convinzioni dovute a condizionamenti di schemi familiari o sociali.

Osservando alcuni miei funzionamenti nel gestire la vita, sento che talvolta sto cercando di boicottare tutto, sento una gran voglia di fuggire per “tornare da dove sono venuta” prima di iniziare la ricerca.

 

Ma da dove vengo?

Vengo da una situazione di SOLITUDINE e ABBANDONO.

Certo la solitudine aveva i suoi lati positivi, non era possibile annoiarsi perché la sofferenza mi teneva tutto il tempo sulla corda.

 

In più attorno a me non c’era nessuno che aveva pretese, il che implicava che io non avevo obblighi né doveri.

In questo solitario trambusto potevo essere me stessa al 100% tutto il tempo. Non dovevo fare la “fatica“ di mettermi in contatto emotivo, non dovevo osservare ogni azione e ogni frase.

Sicuramente una situazione superficiale ma dall’altro lato leggera.

Quando scelgo di entrare in relazione con gli altri, vivo tutto con estrema pesantezza.

Troppe pretese, troppe aspettative… forse la parola giusta è TROPPA CONSAPEVOLEZZA ….

Il vivere con gli occhi aperti e non più dormendo???

Per ricollegarmi al quadro, io nel volto del bambino leggevo un certo piglio di convinzione, lui è convinto, e chiaramente incavolato nero –  come talvolta lo sono io – che quello che pensa è giusto, e che è tutto il resto del mondo che deve cambiare, perché lui ha ragione.

 

È la situazione che è sbagliata?

E sicuramente qualcosa di sbagliato c’è.

Forse però, non è la situazione in sé.

Sarà forse il modo in cui io mi approccio alla situazione.

 

Mi sento come un bambino che non ne vuole sapere di ubbidire perché il mondo è ingiusto e le cose dovrebbero invece andare come vuole lui.

 

Il nocciolo del problema è questo:

Cosa vuole il bambino??? Cosa voglio io?

Voglio costruire delle relazioni autentiche o voglio continuare a giocare?

 

Quando giocavo inconsapevolmente mi divertivo da morire, ridevo scherzavo “giocavo con tutti” senza neppure rendermene conto…

Che poi… fare la vittima ogni tanto non è nemmeno così male… mi stanno tutti più vicini (o almeno sono costretti a farlo, poi non so esattamente che tipo di energia mi trasmettono, visto che mi stanno vicino per dovere e non certo per scelta)

 

E quando il gioco finisce??? Un paio di mesi di vittimizzazione e di drammatizzazione assoluta (pianti, lacrime, senso di abbandono, solitudine infinita) e poi via che si ricomincia!

 

È quello il prezzo da pagare ?? … il periodo di sofferenza totale dovuto all’identificazione piena con la vittima… e avanti così.

 

E se scoprissi che posso divertirmi e vivere con autentica gioia i miei “giochi”, senza dovermi fare male??

Sarebbe veramente così brutto???

Alice in Wonderland

Alice in Wonderland ha scritto anche un’altra pagina sulle tempeste emotive che ci rendono difficile la vita.

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