Oppressione Psicologica — il Quadro “Madre 2” di Aurora Mazzoldi

Aurora Mazzoldi - Madre 2 - Oppressione - acrilico su tela
Aurora Mazzoldi; “Madre 2 L’Oppressione”; acrilico su tela

Continuiamo la nostra Ricerca Interiore dando un piccolo esempio di oppressione psicologica secondo il quadro “Madre 2” e il libro “Le mie Madri – Arte Introspettiva”:

“Cosa significa il libro che cade e perde un foglietto, che vola via?

La bambina subisce una forzatura perché non le è offerta alternativa alla volontà della madre ed è costretta al ragionamento logico, senza però avere il tempo di maturarlo dentro di sé.

È confusa.

Messa sotto pressione, per compiacere la madre, si sforza di aderire alle sue esigenze, ma deve rinunciare a una parte importante del processo di crescita, che consiste nel poter sperimentare le sue potenzialità e il modo migliore di metterle a frutto.

Non le viene data la possibilità di sbagliare, di provare, di trovare da sé la soluzione e di vivere la gioia della scoperta delle proprie capacità.

Una pagina del libro della sua vita rimane bianca e l’esperienza va perduta.

Quale effetto ha sulla bimba?

Oppressione Educativa

La determinazione che indurisce il suo sguardo e le braccia abbandonate lungo i fianchi, fanno capire che lei cede alla madre solo fisicamente, perché non può farne a meno, ma che ne vanificherà lo sforzo.

Lo fa contro al proprio interesse, esattamente come la madre lo sta facendo dal canto suo. Entrambe agiscono solo nell’interesse del personaggio.

Perché sceglierci un personaggio che non ci conviene?

Il personaggio serve per giocare e ogni gioco è fatto per ottenere potere, ma non sempre questo ci garantisce una vita migliore, soprattutto quando è un potere di sopraffazione e di lotta.

Il Simbolismo del Quadro

Il simbolismo del quadro ci svela l’intenzione profonda e nascosta che muove il loro gioco.

Le due protagoniste non se ne rendono conto, ma si sono scelte e unite per poter giocare proprio a quel gioco.

La mia amica si trovò tra due pretendenti.

Uno era dolce e affettuoso con lei, era paziente e premuroso e offriva un rapporto di quiete, fiducia e intimità.

L’altro era un simpatico chiacchierone, che prometteva cose impossibili, la coinvolgeva in accese discussioni e la trascinava in discoteca il sabato sera.

La mia amica non ha scelto in base all’aspetto fisico, ma al tipo di rapporto che proponevano, spinta dall’esperienza che intendeva vivere.

Anche la madre e la figlia del quadro hanno avuto la stessa possibilità di prendere una decisione, ma poi, per amore del gioco, si sono identificate e l’hanno trascurata.

Ma la loro ignoranza le salva dal prezzo della loro scelta?”.

Aurora Mazzoldi

da: Le Mie Madri – Arte Introspettiva – pagg. 26 e 27 (Madre 2 – Oppressione) di Aurora Mazzoldi