curare con l’arte

Come curare con l’arte è il titolo della conferenza dell’11 ottobre 2014 al Castello del Buonconsiglio di Trento. Riportiamo a seguito il comunicato stampa. La conferenza stampa ha avuto luogo nella sala medievale di palazzo Festi.

“Sabato 11 ottobre, alcuni illustri esponenti del mondo della Psicologia e dell’Arte di seguito elencati: il prof. Stefano Ferrari, docente di Psicologia dell’Arte all’Università di Bologna, la psicologa dott.ssa Antonella Giannini, la pittrice introspettiva Aurora Mazzoldi, la scultrice Frittelli Franca, lo scrittore col. Michele Dattolo e lo psichiatra dott. Carlo Catagni presenteranno al pubblico un innovativo approccio al benessere e al miglioramento della qualità di vita, ottenuti attraverso l’utilizzo terapeutico dell’Arte. Sarà sede dell’evento la Sala delle Marangonerie nel Castello del Buonconsiglio di Trento. L’ingresso è gratuito.

Trento, Palazzo Festi, 24/09/2014 - conferenza stampa di Antonella Giannini e Aurora Mazzoldi su Curare con l'Arte

Nella prestigiosa cornice del Castello del Buonconsiglio di Trento, l’11 ottobre, dalle 14,30 alle 19 si riunirà un gruppo di autorevoli rappresentanti del mondo terapeutico e del mondo artistico, per mostrare al pubblico come la psicologia possa trovare nell’arte uno strumento di cura unico, innovativo ed efficace.

Questo significa che questi due mondi possono trarre grossi vantaggi l’uno dall’altro. I relatori porteranno esempi concreti e, con un linguaggio chiaro e semplice, alla portata non solo degli esperti del settore, ma anche del pubblico, dimostreranno come l’arte possa utilizzare la psicologia per approfondire la sua ricerca. E come anche la psicologia potrebbe utilizzare l’arte molto di più di quanto finora avvenuto.
Ne è consapevole il prof. Stefano Ferrari, che, nel suo intervento, parlerà dei processi riparativi dell’arte: “Anche al di là di più specifici e accreditati protocolli psicoterapeutici, l’attività creativa possiede un intrinseco potenziale riparativo. L’artista dimostra infatti di possedere spesso eccezionali capacità di introspezione…”

 
Lo spiegheranno poi altri relatori che appartengono al direttivo della prestigiosa International Association for Art and Psychology di Firenze, un’associazione che dal 2000 promuove gli studi sui rapporti tra psicologia e arte: creazione artistica e fruizione dell’opera d’arte, arte-terapia, educazione estetica, musica, psicoanalisi e letteratura.

Si muoveranno nella medesima direzione anche i due relatori trentini: la psicologa Antonella Giannini e la pittrice/scrittrice Aurora Mazzoldi che, insieme, hanno sviluppato, un nuovo concetto di Arte Introspettiva e Psicologia Introspettiva presentato in numerosi convegni a livello nazionale.

Aurora Mazzoldi, Curare Con l'arte, intervista Castello del Buonconsiglio

Azione terapeutica dell’arte

Nel loro intervento dimostreranno come l’utilizzo di appositi quadri aiuti ad arrivare alle cause profonde dei malesseri e a ridurre o sciogliere le usuali resistenze che si creano nell’ interazione fra terapeuta e paziente.

I quadri di Arte Introspettiva consentono infatti di entrare in contatto diretto e profondo con le proprie emozioni e di svelare i meccanismi subconsci che spesso, nel quotidiano, ci portano incredibilmente a ripetere le medesime scelte errate.

Comprendere tutto questo riporta nelle nostre mani il potere di far funzionare la propria vita anziché esserne vittime.

 Il Col. Michele Dattolo, giornalista e scrittore, mostrerà poi, in collaborazione con la scultrice-scenografa Franca Frittelli, come l’azione terapeutica dell’arte, si concretizzi prima di tutto sull’artista stesso.

Il Dott. Carlo Catagni, psichiatra e autore di numerosi libri, parlerà del modello riabilitativo da lui usato come direttore del Centro per la Riabilitazione Psichiatrica “il Melograno” di Firenze e dei risultati ottenuti.

La considerazione che esce da questo incontro su Come Curare Con l’arte è che l’arte e la psicologia potrebbero andare a braccetto anche al di là degli studi professionali degli operatori del settore. Il loro incontro, come dimostrano recenti esperienze nel campo dell’arte introspettiva, potrebbe essere di beneficio a tutti coloro che siano interessati a sapere di più sui rapporti con le altre persone e, in ultima analisi, con sé stessi.”

Il convegno “Come Curare Con l’arte” è realizzato in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, Servizio Attività Culturali ed è stato inserito nel programma della Decima Giornata del Contemporaneo, organizzata dall’AMACI – ASSOCIAZIONE DEI MUSEI D’ARTE ITALIANI

Cura con l’arte come cura interiore

dalla conferenza “Arte e Scienza. Arte e Cura”. Fiera di Padova. Domenica 17/11/2013. 

In questo contesto si parla di una cura con l’arte come cura interiore (e non come intervento sul fisico delle persone). La cura inizia col sondare un disagio, col portare la persona alla comprensione delle cause del suo malessere.
Il come, il dove e il perché del disagio possiamo farcelo dire dalla persona stessa, scandagliando il suo interesse per un determinato quadro.

Es: in una mia mostra era esposto un simpatico dipinto che raffigurava un bambolotto sorridente. Delle grosse gocce di luce che scendevano dall’alto. Vi erano poi altri particolari che non sto a menzionare.
Un visitatore mi venne a dire che lui, in quelle gocce, vedeva delle lacrime. Nulla nel dipinto giustificava una simile interpretazione.

Conferenza Arte e Cura (Aurora Mazzoldi, Antonella Giannini e Gennaro Corduas). ArtePadova 2013 - Napoli Nostra
Conferenza “Arte e Scienza. Arte e Cura” (Aurora Mazzoldi, Antonella Giannini e Gennaro Corduas). ArtePadova 2013 – Napoli Nostra

Perché succede?
Perché il messaggio del quadro arriva al nostro subconscio attraverso il suo simbolismo e porta in superficie (alla coscienza) il problema, risvegliando il bisogno di liberarsene.
In quel momento si apre una porta e la persona si dispone ad ascoltare. Dentro di lei può avere allora inizio un processo di nuova comprensione (e di cura).
Se la persona vorrà indagare, il quadro le offrirà la possibilità di scoprire il gioco. Di lì potrà poi risalire alla sua intenzione.

Che cosa s’intende qui per gioco psicologico?

Non certo il monopoli o il poker, ma quell’insieme di dinamiche, di strategie di comportamento che ci servono per ottenere dall’altro un tipo di reazione emotiva che ci fa comodo, o che pensiamo ci dia potere.
Noi giochiamo sempre, tutti, fin dalla nascita. È ormai un’abitudine, un modus vivendi e non ci facciamo più caso.
Tuttavia, è importante diventare consapevoli dei nostri giochi, altrimenti non possiamo né prevederne, né tanto meno gestirne le conseguenze. La cura inizia con la comprensione del gioco.

Es: Per essere più chiara, vi faccio l’esempio di un simpatico giochino che ho visto fare da una bambina di tre anni e mezzo.
Io e il padre stavamo chiacchierando. La bambina giocava ai nostri piedi quando, di botto, guardò il padre di sottecchi e disse, forte e chiaro, una parolaccia.

Il padre reagì prontamente: “No, non si dicono le parolacce! Te l’ho già ripetuto tante volte e lo sai che non si fa!”
La bambina si mise a piangere a dirotto e il padre la prese in braccio e la consolò: “Ma no, amore, il papà non ti voleva sgridare. Ti diceva soltanto che quelle parole sono brutte e non si dicono. Vieni, il papà ti dà un bacino!”
Ora noi non stiamo qui a considerare il comportamento del padre, se non in relazione al gioco della bambina.

Il guadagno del gioco

Che cosa ha ottenuto con questo gioco?
La bambina è riuscita a distogliere il padre da quello che stava facendo e a richiamare la sua attenzione su di sé. Lo ha poi anche portato a reagire al suo comportamento, gestendo lei la situazione. Poi lo ha fatto sentire in colpa per averla sgridata e si è fatta consolare per aver detto una parolaccia.
Ora, dal tipo di gioco che facciamo possiamo risalire alla nostra intenzione, vale a dire, a quello che vogliamo ottenere attraverso quel gioco.

È la curiosità di saperne di più che ci apre una strada che conduce all’esplorazione interiore.
Perché è importante che una persona intraprenda questa strada?
Perché lei stessa ne ha espresso il bisogno, nel momento in cui si è avvicinata al simbolismo che, in qualche modo, l’ha colpita. Essa cerca inconsciamente una cura per la sua sofferenza.    

Aurora Mazzoldi